23andMe: l’azienda in difficoltà e la crisi dei test genetici
Negli ultimi tempi, 23andMe, la nota azienda di test genetici, sta affrontando una serie di difficoltà che hanno portato a una pesante battuta d’arresto della sua reputazione e della sua salute finanziaria. La caduta libera è cominciata dopo un grave incidente di sicurezza che ha visto la perdita di dati di circa la metà dei suoi clienti. Questo evento non solo ha danneggiato la fiducia del pubblico, ma ha anche innescato una class action contro l’azienda, culminando in un accordo di 30 milioni di dollari. La situazione sembra essere precipitata e i recenti sviluppi non fanno altro che mettere in evidenza le sfide crescenti che 23andMe deve affrontare nel competitivo panorama dei test genetici.
L’azienda, che nel 2021 sognava grandi cose con una valutazione di 6 miliardi di dollari e azioni scambiate a 10 dollari, ora si trova in una situazione critica. A oltre 18 anni dalla sua fondazione, 23andMe non ha mai registrato un profitto, e ora si trova a dover combattere una lotta per la sopravvivenza. Le vendite dei kit di test del DNA hanno avuto un notevole calo, risultato del fatto che l’interesse nei test genetici a domicilio sembra essersi affievolito. Durante il primo trimestre di quest’anno, l’azienda ha riportato un fatturato di solo 40 milioni di dollari, un drammatico calo del 34% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo stato di cose ha fatto sorgere domande sul futuro dell’azienda, che si trova ora a dover riconsiderare la propria strategia commerciale e cercare di attrarre nuovamente i consumatori verso prodotti che, fino a poco tempo fa, sembravano essere i più ricercati sul mercato.
La chiusura della divisione farmaceutica
Le problematiche di 23andMe non si limitano solo alla riduzione delle vendite. Ad agosto dell’anno scorso, l’azienda ha chiuso la sua divisione dedicata allo sviluppo di farmaci. Questo passaggio evidenzia una mancanza di orientamento e una strategia poco chiara da parte della direzione.
In una manovra che ha colto molti di sorpresa, l’intero consiglio di amministrazione ha rassegnato le dimissioni per motivi legati alla “direzione strategica” stabilita dalla cofondatrice e amministratrice delegata Anne Wojcicki. Inizialmente, Wojcicki aveva mostrato interesse per possibili offerte di acquisto, un’indicazione chiara della crisi. Tuttavia, è tornata sui suoi passi, lasciando l’azienda in un limbo. L’atteggiamento incerto della leadership ha alimentato dubbi situazionali tra investitori e clienti, rendendo ancora più spiacevoli le prospettive future per l’azienda.
La concorrenza e la perdita di clienti
Un’altra spiegazione del tracollo di 23andMe potrebbe risiedere nella perdita significativa di clienti. Infatti, molti di coloro che erano interessati a scoprire la propria ereditarietà genetica hanno già effettuato il test. Quindi, una volta soddisfatta la loro curiosità, il bisogno di ripetere l’analisi è praticamente svanito. A questa situazione si aggiunge la crescente concorrenza nel settore dei test genetici, che ha reso il mercato più affollato e competitivo. Gli esperti del settore, come Khaled Kteily, fondatore e amministratore delegato di Legacy, sottolineano l’importanza di fornire servizi di qualità per fidelizzare i clienti. Legacy, ad esempio, ha sviluppato un modello di business che non solo offre test di fertilità maschile, ma include anche una serie di servizi come la vendita di integratori alimentari e analisi per infezioni. La diversificazione dell’offerta fornita da Legacy potrebbe rappresentare un esempio da seguire per aziende come 23andMe, che ora devono valutare strategie innovative per risollevarsi da questa profonda crisi.
Le prossime mosse dell’azienda saranno decisive e molti guardano con attenzione a quello che verrà.