Negli ultimi anni, le tecnologie di gioco sono letteralmente esplose, portando a tempi di caricamento ridotti, al punto che spesso sembrano essersi completamente azzerati.
I nuovi standard di archiviazione, come l’adozione degli SSD, hanno drasticamente cambiato l’esperienza di gioco. Tuttavia, nonostante i progressi, ci sono stati titoli che hanno dovuto affrontare l’inevitabile piaga dei lunghi caricamenti. Esploreremo alcune delle esperienze più deludenti in termini di tempi di attesa, ribattendo sull’idea di “rimandare le aspettative” per chi l’ha vissuta.
Uno dei giochi che ha rubato l’attenzione di tanti, anche se per motivi non propriamente positivi, è sicuramente Crash Bandicoot: The Wrath of Cortex per PlayStation 2. Si trattava del primo capitolo del famoso marsupiale sulla console di nuova generazione, ma l’assenza del team originale, Naughty Dog, si fece subito sentire. Tra livelli di gioco non all’altezza e problematiche varie, il titolo è stato, ahimè, segnalato anche per i suoi tempi di caricamento che sembravano non finire mai.
Ad ogni salto, ogni spinta sul pad, i giocatori venivano costretti a soffrire l’attesa, e forse era persino possibile prendersi una pausa e andare in bagno, tornando PRIMA che la schermata di caricamento svanisse. La famosa immagine animata di Crash che cade in un eterno loop è diventata iconica nel bene e nel male, trasformandosi in un meme su internet. Potreste trovarvi a perdervi nei video di quella schermata su YouTube, ma fareste meglio a limitarvi a una visione sporadica; ci sono limiti che non andrebbero mai superati! Con le future riedizioni, le cose migliorarono, e i caricamenti divennero decisamente più fluidi, soprattutto su piattaforme come il GameCube.
Parliamo adesso di un’altra pietra miliare dei videogiochi, The Elder Scrolls V: Skyrim, uscito nel fatidico giorno 11/11/11. Questo titolo ha lasciato il segno nella storia con i suoi mondi vasti e indimenticabili, ma per molti, la frustrazione dei lunghi tempi di caricamento è rimasta impressa nella memoria. Al momento della sua uscita, molti giocatori si sono trovati di fronte a una serie di glitch e bug, il tutto accompagnato da attese che avrebbero potuto trasformare una settimana in un mese, come si teorizza.
Nessuno sembra ricordare perfettamente quanto tempo bisognasse attendere per “urlare” quella famosa frase di potere “Fus-Ro-Dah”, ma i rumors parlano di attese che sfioravano i 3-6 minuti. Eppure, sebbene fosse un’epoca di grande aspettativa, Bethesda fu lungimirante, prevedendo ben 43 minuti di schermate di caricamento. Curiosamente, una soluzione per ridurre le attese era disattivare il salvataggio automatico. Un vero enigma della programmazione, insomma. A distanza di anni, con numerosi aggiornamenti e riedizioni, si può dire che il gioco ha avuto la sua rivincita, e i caricamenti sono diventati molto più accettabili sulle piattaforme moderne. Ma chi ha vissuto quell’epoca non potrà mai dimenticare le interminabili attese!
Per tutti gli appassionati dei mondi aperti, Grand Theft Auto V ha rappresentato un vertice nella storia dei videogiochi. Nonostante la bellezza e il magnetismo di questo titolo sviluppato da Rockstar Games, gli utenti delle versioni per PS3 e Xbox 360 hanno ben chiaro cosa significhi l’espressione “lunghe attese”. Ogni volta che si avviava la modalità storia, preparatevi a un momento di intensa pazienza: i videogiochi dell’epoca richiedevano oltre 3 minuti di attesa, e con il passare dei minuti, sembrava quasi che il mondo di Los Santos stesse aspettando vostri comandi.
Ma l’impresa più dura era l’accesso a GTA Online, dove le attese diventavano inaccettabili e chi maldestramente si ritrovava in un caricamento buggato non sapeva mai quando o se sarebbe riuscito a entrare effettivamente nel gioco. A rendere la situazione ridicola, ci si sentiva spesso costretti a ricominciare tutto da capo, con un aggravante di potenziali frustrazioni legate al servizio di connessione. Rockstar, purtroppo, nel bene e nel male ha dovuto affrontare questi problemi, ma i successivi aggiornamenti hanno finalmente portato alla luce dei caricamenti più rapidi, migliorando l’esperienza generale e consentendo ai giocatori di non rinunciare oltre alla loro amata Los Santos.
Infine, ci tengo a menzionare Just Cause 3 per Xbox 360. Questo gioco ha battuto ogni record di caricamento, con tempistiche che a volte toccavano i famigerati 15 minuti. È difficile persino credere che, per poter godere della missione di Ricò, occorressero tempi simili. Se pensate che si tratti di una battuta, beh, c’è chi racconta che fosse necessario fornire un’attesa simile a quella di una puntata di una sitcom, o anche a un intero match in un gioco multiplayer. Un vero paradosso rispetto a cosa prometteva l’open world, eppure per i giocatori in questi frangenti, ogni attesa era un mondo di frustrazione.
La pressione per caricare la mappa e immergersi nel gioco sembrava trasformarsi in un evento quasi epico! Eppure, nonostante questi disagi che avrebbero potuto far desistere chiunque, “Just Cause 3” ha mantenuto un suo pubblico affezionato e nostalgico. I ricordi di quelle attese rimarranno nella memoria di molti, da sempre connessi a un videogioco d’azione.