La terapia oncologica sta attraversando una fase di evoluzione e innovazione in Italia, specialmente nel campo delle tecnologie avanzate come quella dei protoni e degli ioni di carbonio.
Il CNAO di Pavia emerge come un pioniere in questo settore, offrendo ai pazienti un’alternativa promettente per il trattamento di vari tipi di tumori. Scopriremo come queste tecniche stanno cambiando la vita di molti e quali sono le prospettive future di ricerca e cura.
Il trattamento con protoni e ioni di carbonio richiede un approccio altamente specializzato. Per iniziare, i pazienti sono posizionati su una barella, immobilizzati tramite dispositivi di supporto realizzati in materiale termoplastico. Questo è fondamentale, poiché, una volta iniziato il trattamento, qualsiasi movimento potrebbe compromettere l’efficacia della terapia. Per i bambini, in particolare i più piccoli, viene somministrata una sedazione profonda per garantire che rimangano immobili e rilassati durante la procedura. Prima di procedere, i medici eseguono esami preliminari, come una TAC e radiografie, per confermare che le particelle siano dirette esattamente verso il tessuto malato. Questo passaggio è cruciale; infatti, anche piccole deviazioni potrebbero avere conseguenze significative per il paziente. Durante la seduta di trattamento, che può durare tra i 20 ed i 40 minuti, il paziente non percepisce alcun dolore, offrendo un’esperienza terapeutica più confortevole rispetto alle tradizionali terapie radiologiche.
I pazienti in cura al CNAO: numeri e storie
Il CNAO, che significa Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica, accoglie ogni anno un numero notevole di pazienti. Secondo recenti dati forniti dal CNAO stesso, circa 5.000 pazienti in Italia potrebbero beneficiare della terapia con protoni. In aggiunta, un altro migliaio trova indicazione per gli ioni di carbonio, una tecnologia che dal 2011 ha già trattato oltre 5.200 pazienti a Pavia. Tra i tumori trattati ci sono quelli che colpiscono il cervello, il midollo spinale e le prime vie respiratorie. Il CNAO non tratta solo pazienti adulti; bambini e ragazzi affetti da tumori solidi ricevono particolare attenzione, in quanto la terapia mira a ridurre i danni ai tessuti sani circostanti, limitando così il rischio di ulteriori malattie oncologiche in futuro. Come affermato da Ester Orlandi, responsabile del dipartimento clinico, il tasso di sopravvivenza a cinque anni per le patologie oncologiche in generale è dell’81%. Tuttavia, per i casi di retinoblastoma, un tumore che colpisce la retina, il tasso di sopravvivenza raggiunge addirittura il 99%, offre un reale spiraglio di speranza per i più giovani.
La ricerca avanzata e i progetti futuri
Oltre al trattamento dei pazienti, il CNAO si distingue anche come centro di ricerca di grande importanza. Gli studi attuali mirano a testare ulteriormente l’efficacia della terapia degli ioni di carbonio, in particolare per le donne con tumori della regione ginecologica. Viviana Lovitolo, referente di Patologia del centro pavese, ha confermato che stanno conducendo uno studio di fase 2 per valutare la sicurezza e l’efficacia di questo tipo di trattamento. C’è anche un interesse crescente per verificare se gli ioni di carbonio possano essere più efficaci rispetto alla chirurgia tradizionale, specialmente nella zona sacrale del corpo, dove le operazioni chirurgiche possono comportare rischi di danni neurologici. Questa combinazione di assistenza clinica e avanzamento della ricerca offre una chiara visione di un futuro in cui i pazienti potrebbero avere accesso a cure sempre più singolari e mirate, il che potrebbe rivoluzionare completamente il panorama della terapia oncologica.