Allerta nel Chrome Web Store: Estensioni manipolate alterano i risultati delle ricerche

La sicurezza online sta affrontando nuove sfide nel Chrome Web Store, dove un recente studio ha rivelato pratiche ingannevoli da parte di alcuni sviluppatori di estensioni. Attraverso tecniche di manipolazione, molti utenti si trovano a dover affrontare risultati di ricerca fuorvianti, rendendo difficile il reperimento delle applicazioni desiderate. Questo articolo esplora i dettagli di questa problematica e le misure già adottate da Google.

Le scoperte di un ricercatore di sicurezza

Wladimir Palant, un noto ricercatore nel campo della sicurezza informatica, ha segnalato un grave problema legato al posizionamento delle estensioni nel Chrome Web Store. Durante la sua ricerca nell’intento di trovare l’estensione Norton Password Manager, ha scoperto che quest’ultima appariva tra gli ultimi risultati. In compenso, in cima alla lista figuravano estensioni non correlate e con scopi disparati, creando confusione tra gli utenti.

La violazione delle norme di Google riguardo lo spam e gli abusi è evidente: le regole stabiliscono in modo chiaro che gli sviluppatori non possono alterare il posizionamento dei loro prodotti. Fingerne di ottenere una maggiore visibilità attraverso tecniche ingannevoli minano la fiducia degli utenti nei confronti della piattaforma.

Tecniche di manipolazione dei risultati

Palant ha svelato che una delle principali tecniche utilizzate dagli sviluppatori per ottimizzare il posizionamento delle proprie estensioni è legata all’utilizzo della funzionalità di traduzione. Google offre la possibilità di tradurre la descrizione delle estensioni in oltre 50 lingue, ma il problema sta nell’indice di ricerca, che rimane invariato. Gli sviluppatori hanno iniziato a sfruttare questo aspetto, inserendo parole chiave specifiche nelle descrizioni, in modo tale da apparire in diverse lingue, bypassando le restrizioni di spam.

Prendendo come esempio l’estensione “Charm – Coupons, Promo Codes, & Discounts”, si evidenzia come nella descrizione in inglese vengano elencati dettagli sulla sua funzionalità, senza alcun intento di inganno. Tuttavia, nella versione tradotta, si nascondono keyword che non risultano visibili nella lingua originale, alterando i risultati di ricerca a favore dell’estensione.

L’azione di Google contro le estensioni ingannevoli

La situazione ha spinto Palant a identificare ben 920 estensioni non conformi che sfruttano queste tecniche per manipolare il ranking all’interno del Chrome Web Store. In seguito a queste segnalazioni, Google ha preso provvedimenti ed ha iniziato a rimuovere numerose estensioni, inclusa quella utilizzata come esempio per illustrare questa problematica. Il processo di rimozione non si è fermato qui, e molti degli sviluppatori coinvolti in pratiche ingannevoli stanno affrontando conseguenze.

Una proposta concreta per risolvere questa problematica sarebbe quella di implementare un indice di ricerca specifico per ciascuna lingua, assicurando che ogni descrizione venga localizzata in modo appropriato e non manipolata per ottenere un posizionamento strategico. Senza azioni efficaci, il rischio di confusione e sfiducia da parte degli utenti potrebbe aumentare ulteriormente.

La questione delle estensioni truffaldine nel Chrome Web Store rimane quindi aperta, e l’impegno di Google sarà cruciale per garantire un ambiente sicuro e affidabile per gli utenti, supportando la trasparenza e la legittimità nel mondo delle applicazioni online.

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Redazione