Arbitri e passione: la storia di Rosario e Concetto Lo Bello, due generazioni di direttori di gara

La vita di Rosario Lo Bello è intrisa di ricordi e di eredità, un viaggio che lo ha portato a diventare un arbitro rispettato seguendo le orme di suo padre, Concetto Lo Bello. Questa storia racconta non solo un legame familiare, ma anche un’immersione nel mondo arbitrale, un contesto dove l’abilità e la passione si intrecciano con le sfide personali e professionali. La figura iconica del padre rappresenta un faro per Rosario, influenzando la sua carriera e contribuendo alla sua formazione come direttore di gara.

L’eredità di Concetto Lo Bello

Concetto Lo Bello è ricordato come uno dei più grandi arbitri nella storia del calcio italiano. La sua presenza era ineguagliabile, tanto da essere definito il “Maradona degli arbitri.” Cresciuto a Siracusa, Concetto ha portato il suo talento ben oltre i confini nazionali, imponendosi come una figura di riferimento per molti giovani arbitri. Rosario, suo figlio, ha vissuto da vicino la celebrazione e l’ammirazione che circondavano il padre, riconoscendo quanto fosse difficile non essere paragonato a lui. La sua osservazione sul fatto che il suo ruolo come arbitro fosse spesso sovrapposto a quello del padre sottolinea la pressione costante di vivere all’ombra di un grande nome.

Rosario ricorda i giorni in cui era ancora in fase di impostazione, cercando di definire il suo stile personale mentre il suo patrimonio genetico lo spingeva verso simili modelli. Questa sfida di identità è comune tra coloro che seguono le orme di un genitore noto, ma Rosario ha cercato di affermarsi come individuo autonomo, riflettendo sul suo vissuto e sul dolore della perdita.

La malattia e il legame tra padre e figlio

Quando a Concetto Lo Bello è stato diagnosticato un tumore, la notizia ha colpito profondamente tutta la famiglia. Inizialmente, il primario del San Matteo di Pavia ha dato un crudo verdetto: solo due settimane di vita. Nonostante ciò, Concetto ha dimostrato una forza notevole. Rosario e sua sorella hanno affrontato la situazione con la stessa determinazione del padre, incoraggiandolo a proseguire nella lotta contro la malattia. Gli ultimi mesi di vita trascorsi insieme sono stati segnati da intense conversazioni, un periodo in cui Rosario ha potuto scoprire sfumature del padre che non aveva mai percepito prima.

Questo periodo ha non solo rafforzato il loro legame, ma ha anche permesso a Rosario di comprendere il significato profondo della vita e dell’unione familiare. La determinazione di Concetto, che controllava il destino nel suo modo, persino costringendo il figlio ad arbitrare il derby di Roma, dimostra quanto il calcio fosse una passione condivisa e un modo per continuare a vivere attraverso le esperienze professionali.

Incontrare i ricordi del passato

Rosario ricorda con affetto i momenti passati insieme al padre, i valori trasmessi e le esperienze che hanno plasmato la sua carriera. Il legame tra padre e figlio è sempre stato caratterizzato da forti comunicazioni non verbali, con suo padre che impartiva una disciplina mirabile pur mantenendo un approccio empatico. Ogni gesto e ogni parola trasmettevano insegnamenti preziosi, non necessariamente espressi attraverso un dialogo diretto.

La preparazione per arbitraggio, le piccole interazioni durante i loro incontri e le esperienze di vita vissute ogni giorno creavano un quadro di affetto e rispetto reciproco. Questo approccio rigoroso e, al tempo stesso, affettivo ha avuto un impatto profondo su Rosario, che si è messo in gioco cercando di ripercorrere le orme famigliari, ma mantenendo la propria identificazione unica nel mondo dell’arbitraggio.

Un’eredità continua nel calcio

Con quasi 400 partite arbitrate tra Serie A, B e competizioni internazionali, Rosario ha sviluppato il proprio riconoscimento nel mondo del calcio. Nonostante la sfida di essere figlio di uno dei più grandi arbitri, ha trovato la sua strada, effettuando eguaglianze e sconfitte all’interno di un percorso professionalmente gratificante. La sua storia è un esempio di resilienza, mostrando come un nome possa essere una benedizione, ma anche una maledizione.

Rosario continua a portare il peso dell’eredità del padre, ma ha anche creato la propria identità nel panorama arbitrale. La sua esperienza personale, arricchita dai ricordi condivisi e dall’influenza di Concetto, rimane un tema ricorrente nelle sue interviste e nelle presentazioni, da cui emerge il desiderio di mantenere vivo il ricordo di un grande uomo che ha lasciato una profonda impronta nella storia del calcio e della sua vita.

Published by
Redazione