In un tragico evento che ha sconvolto la comunità di Bergamo, la polizia ha arrestato il presunto colpevole dell’omicidio di Mamadi Tunkara, un vigilantes barbaramente ucciso a coltellate. Il 28enne di origini togolesi, rintracciato al confine con la Svizzera, potrebbe essere coinvolto in una violenza scaturita da un precedente dissidio. Le indagini sono in corso per chiarire le circostanze di questo crimine.
I dettagli dell’omicidio
Mamadi Tunkara, un vigilantes di 36 anni, è stato aggredito nel pomeriggio del 3 gennaio in via Tiraboschi, una delle strade centrali di Bergamo. Dopo aver subito l’attacco, l’assassino è fuggito, dando inizio a una caccia all’uomo da parte delle forze dell’ordine. Le prime informazioni raccolte dalla polizia indicano che il sospettato sarebbe un uomo dalla pelle scura, alto circa un metro e ottanta. Attraverso varie testimonianze di residenti e passanti, le forze dell’ordine sono riuscite a tracciare un profilo dell’assalitore.
Le indagini hanno immediatamente preso piede, grazie anche a un video registrato da un abitante della zona. Le informazioni raccolte hanno portato a un’ipotesi inquietante: il colpevole potrebbe essere la persona con cui Tunkara aveva avuto un acceso confronto alcuni giorni prima, il 31 dicembre. Tuttavia, questa connessione necessita di ulteriori conferme.
Il presunto movente della violenza
I racconti degli amici e dei conoscenti di Mamadi Tunkara suggeriscono che potrebbe trattarsi di un atto di vendetta legato alla discussione avvenuta a Capodanno. “Ti prendono di mira e va a finire così”, ha commentato Lamine Ceesay, amico del vigilantes, mettendo in evidenza il possibile risentimento accumulato. Per Alfio Sorti, testimone dell’aggressione, l’assalitore sembrava aver atteso il momento giusto per lanciarsi contro Tunkara. La violenza ha avuto luogo in pochi attimi, descritta dallo stesso Sorti come “rapida” e brutale.
Tunkara è stato colpito da diversi fendenti, che hanno interessato zone vitali del suo corpo. L’arma utilizzata, un grosso coltello da cucina, ha inflitto ferite fatali, portando alla morte del vigilantes, che ha cercato disperatamente aiuto durante l’attacco. La dinamica dell’evento sembrerebbe dunque indicare un’aggressione premeditata, alimentata da rancori precedenti.
Il contesto della vita di Mamadi Tunkara
Mamadi Tunkara viveva a Verdello, un comune a circa 25 km da Bergamo, e ogni giorno si spostava in bicicletta per lavorare come addetto alla sicurezza. Il giorno della tragica aggressione, dopo aver incontrato alcuni amici in un market prima di iniziare il turno, si trovava sul percorso verso il supermercato dove prestava servizio. Al momento dell’attacco, Tunkara stava percorrendo una strada che dista poche centinaia di metri dal municipio, rendendo l’episodio ancora più scioccante per la comunità.
Keba Jammeh, un amico di Tunkara e presidente di una comunità di immigrati, ha raccontato che Mamadi stava programmando un viaggio a Gambia per riunirsi con la moglie. Questo scorcio di vita personale ha reso la tragedia ancora più straziante, in quanto l’omicidio ha strappato via un uomo che stava cercando di costruire un futuro.
La sindaca di Bergamo, Elena Carnevali, ha espresso il suo cordoglio per l’accaduto, sottolineando l’importanza della sicurezza e della convivenza civile, valori essenziali per la comunità. Le conseguenze di un atto di violenza come questo risuonano ben oltre l’evento isolato, colpendo insegnando una lezione di cautela e responsabilità collettiva.