Catastrofe cosmica: ecco cosa si nasconde dietro l’allerta creata dalla “distruzione mareale”

immagine di allerta

I misteri dell’universo si infittiscono quando si parla di buchi neri. Queste creature cosmiche non si limitano solo a risucchiare intere stelle, ma il loro modo di farlo è un vero e proprio spettacolo di violenza e potenza. In questo articolo, esploreremo un evento noto come distruzione mareale e scopriremo che, recentemente, gli astronomi hanno fatto grandi passi avanti nel comprendere le esplosioni di raggi X che possono derivarne.

I buchi neri sono oggetti estremamente affascinanti e si trovano al centro di molte galassie. Il processo di distruzione di una stella, quando viene catturata dalla gravità di un buco nero, è un evento che suscita curiosità. Questo fenomeno, chiamato evento di distruzione mareale , si verifica quando una stella si avvicina troppo a un buco nero. In questa fase, la forza di attrazione gravitazionale è così intensa che la stella viene strappata a brandelli. L’intero processo può sembrare brutale e lento, una sorta di masticare involontario, dove ogni pezzo della stella viene “consumato” con cura, ma in modo inesorabile. È un’osservazione sorprendente, quasi un dramma stellare.

Astronomi di tutto il mondo hanno monitorato questi eventi per decenni, cercando di cogliere l’attimo esatto in cui avviene la distruzione. Quando ciò accade, il materiale che rimane della stella non svanisce nel nulla. Al contrario, forma un disco di accrescimento attorno al buco nero. Questo disco genera enormi quantità di energia, e sono proprio queste radiazioni che ci permettono di osservare cosa sta succedendo all’interno delle galassie lontane, attraverso potenti telescopi. È come se ci fosse un concerto per cosmo, dove ogni stella e ogni buco nero sono i musicisti di una sinfonia astrale che dura per eoni.

Le misteriose eruzioni quasi periodiche: un enigma cosmico

Un fenomeno intrigante e raro legato agli eventi di distruzione mareale è rappresentato dalle eruzioni quasi periodiche . Queste strane emissioni di raggi X sono un problema per gli scienziati da diverso tempo: si verificano in modo sporadico, con una frequenza che varia da poche ore a settimane. Gli astronomi sono sempre stati incuriositi dal fatto che, nonostante le loro sporadiche apparizioni, le QPE forniscono indizi preziosi sul comportamento dei buchi neri supermassicci. Ma cosa le causa realmente?

Buco nero
Le esplosioni di raggi X sono il risultato di una grande stella o di un piccolo buco nero che orbita attorno a un buco nero supermassiccio, attraversando il disco di accrescimento. (www.angolodifarenz.it)

Una teoria suggerisce che queste esplosioni di raggi X siano il risultato di una grande stella o di un piccolo buco nero che orbita attorno a un buco nero supermassiccio, attraversando il disco di accrescimento. Ogni volta che questo succede, si verifica un’irruzione violenta di plasma incandescente. Immaginate, se volete, un granello di sabbia che urta contro un tornado: la forza di attrazione provoca un’esplosione catastrofica e luminosa. È come se ci fosse una danza tra il piccolo e il grande, un movimento di avvicinamento che culmina in un’esplosione di materia ed energia inimmaginabili.

Dopo anni di osservazioni e ricerche, la comunità scientifica stava per avvicinarsi alla risoluzione di questo mistero.

L’eclatante scoperta del team di astronomi nel 2023

Nel 2023, i ricercatori hanno finalmente avuto l’opportunità di osservare uno di questi eventi in tempo reale, catapultando il mistero dei buchi neri e delle eruzioni quasi periodiche sotto una luce nuova. L’evento di distruzione mareale, chiamato AT2019qiz, è stato scoperto per la prima volta nel lontano 2019 grazie all’avanzato Zwicky Transient Facility. Le osservazioni iniziali hanno già offerto uno sguardo affascinante, ma sono stati i dati raccolti successivamente con il telescopio a raggi X Chandra che hanno dato una vera e propria svolta.

Questo strumento, famoso per le sue capacità di rilevare la luce X proveniente dagli oggetti cosmici più lontani, ha confermato il verificarsi di eruzioni di raggi X ogni 48 ore, collegando finalmente le QPE all’evento di distruzione mareale. Questa scoperta ha rappresentato un enorme passo in avanti nella comprensione dei buchi neri e del loro comportamento, dimostrando che anche eventi tanto rari e sfuggenti possono essere catturati e studiati con le giuste tecnologie. Ciò significa che, potenzialmente, possiamo comprendere meglio cosa accade non solo nelle galassie lontane, ma anche nel nostro universo in continua evoluzione.

In questo modo, una finestra si è aperta su questo mistero cosmico, offrendo la possibilità a scienziati e appassionati di esplorare le più profondi leggi che regolano il nostro universo. Quante altre sorprese ci riserverà il firmamento?