La Tappa di 48 ore della Dakar 2024 segna un importante cambiamento nel format della competizione. Anticipata al secondo giorno della gara, presenta una sfida notevole, con percorsi che metteranno alla prova le abilità di tutti i partecipanti. Con distanze significative da percorrere, i concorrenti si preparano a una serie di situazioni impreviste dirette verso il traguardo.
Il nuovo format della tappa di 48 ore
La tappa di 48 ore, uno degli eventi più attesi della Dakar, ha riscosso grande attenzione non solo per la sua durata, ma anche per il nuovo posizionamento nel programma della gara. Quest’anno, i concorrenti affronteranno una distanza cronometro di 947 km per le moto e 967 km per le altre categorie, da percorrere tra il 5 e il 6 gennaio. Già durante il primo giorno, ci si aspetta che emergano significative differenze tra i team. A differenza di una normale Marathon, dove si può recuperare assistenza solo tra i partecipanti, in questa tappa il sistema di punteggio prevede la stilatura della classifica solo alla fine del secondo giorno, rendendo ogni secondo cruciale.
Alle prime luci dell’alba di domenica, gli equipaggi partiranno verso una corsa frenetica, con l’obbligo di fermarsi in un’area designata per il riposo dopo le 17:00. Una volta completata questa prima parte, la gara sarà messa in pausa fino al giorno successivo. Al mattino successivo, la competizione riprenderà dallo stesso punto in cui i concorrenti si erano fermati, comportando un attento calcolo strategico per la gestione del tempo e dell’energia.
La mancanza di assistenza e le sue sfide
Un aspetto fondamentale della Tappa di 48 ore è l’assenza di assistenza intermedia. A differenza di altre tappe, i concorrenti non potranno contare sull’aiuto dei propri team per effettuare riparazioni al veicolo, dovendo affidarsi solo a ciò che riescono a trasportare. Questo aumenta inevitabilmente il grado di difficoltà e il rischio di ritiri. Per le auto, è stata prevista una finestra di 3 minuti per riparazioni al km 168, ma ogni minuto aggiuntivo trascorso sarà conteggiato come tempo perso, mettendo pressione sui concorrenti in caso di problemi meccanici.
Le difficoltà si ampliano per i team che devono affrontare un terreno variabile, come quello intorno a Bisha. Con un mix di tratti sabbiosi e zone più tecniche, la strategia per il percorso diventa cruciale. La prima tappa ha evidenziato come le scelte strategiche influenzino i risultati, poiché alcuni leader hanno optato per una strategia più conservativa, ritardando il loro passo per evitare la navigazione difficoltosa offerta dai percorsi quarti.
Storie di difficoltà e recupero
La prima giornata della Tappa di 48 ore ha già visto alcuni dei concorrenti più noti confrontarsi con imprevisti significativi. Carlos Sainz, campione spagnolo, ha dovuto affrontare un incidente al km 327 mentre pilota il suo Ford Raptor T1+. Dopo un ribaltamento, ha subito danni posteriori che lo hanno costretto a fermarsi per circa 20 minuti. Non potendo ricevere assistenza dalla sua squadra fino al termine della tappa, Sainz ha perso 45 minuti rispetto ai leader, ma grazie a una partenza decisa, il suo distacco nella classifica virtuale è attualmente di poco oltre la mezz’ora.
Anche Sébastien Loeb ha faticato, con diverse soste per riparazioni sulla sua Dacia Sandrider; in questo modo ha perso oltre 35 minuti, mentre la sua compagna di squadra, Cristina Gutierrez, ha dovuto confrontarsi con un ritardo superiore all’ora. Queste situazioni non solo mettono in evidenza le difficoltà meccaniche, ma dimostrano anche come la preparazione e una corretta gestione del tempo siano cruciali per avere successo nella Dakar.
Con il passare dei giorni, gli eventi della Tappa di 48 ore continueranno a svilupparsi, rivelando ulteriori sorprese e sfide per i concorrenti determinati a emergere in questa leggendaria competizione.