L’attesa per il derby di Torino mette sempre grande emozione nei cuori dei tifosi granata e bianconeri. In occasione di questa importante sfida, il noto critico televisivo Aldo Grasso si è espresso sulla rivalità storico-sportiva, sottolineando le sfide del passato, il significato culturale del match e la speranza di una vittoria anche in un contesto difficile. Con un focus particolare su calciatori decisivi come Ricci e Maripan, le sue parole risuonano forti tra i sostenitori, pronti a vivere un’altra avvincente pagina della storia calcistica torinese.
Aldo Grasso ha evocato i suoi ricordi di bambino tifoso del Torino durante gli anni Sessanta, un periodo in cui la squadra aveva in campo nomi illustri come Meroni, Moschino, e Lido Vieri. Rievocando quegli anni, evidenzia il talento di stopper come Rosato, soprannominato “Faccia d’Angelo”, che ha saputo imporsi con la sua abilità difensiva. L’emozione di quelli derby era amplificata dalla divisione sociale e culturale dell’epoca, dove il Toro simboleggiava l’identità piemontese, mentre la Juventus rappresentava l’operaismo legato all’industria. La rivalità andava ben oltre il semplice sport, affondando le radici in una lotta sociale e identitaria che ha contribuito a rendere ogni incontro una battaglia non solo sul campo, ma anche nella vita reale dei tifosi.
Grasso sottolinea come la memoria del Grande Torino, una squadra che ha segnato un’epoca, non sia mai andata perduta, diventando simbolo di un periodo di rinascita per l’Italia post-bellica. I valori e le gesta eroiche di quei campioni, acclamati come iconici nel neorealismo italiano, hanno forgiato un legame duraturo con il tifo granata. Tuttavia, questa eredità può pesare come un macigno, essendo fonte di grande orgoglio ma anche di pressioni per le nuove generazioni. Nonostante il Torino abbia rivinto uno scudetto nel 1976, il sogno di replicare le gesta del passato sembra lontano. Grasso mette in luce come, nel corso degli anni, le sofferenze e le ingiustizie subite dalla squadra abbiano contribuito a una sorta di “tremendismo” granata, un sentimento di sfida e di resistenza fortemente radicato nella psicologia dei tifosi.
Il “tremendismo” è più di una semplice espressione calcistica. Grasso lo descrive come un simbolo che racchiude la determinazione di combattere ogni partita, specialmente contro la Juventus. La storia granata è punteggiata da giocatori che hanno incarnato questo spirito, in grado di sprigionare una carica emotiva senza precedenti. Allenatori del passato, come Giagnoni, hanno saputo trasmettere questa mentalità sul campo, scatenando le pulsioni di una squadra che non si arrende mai. Tuttavia, il suo richiamo sembra più difficile da trasmettere alle attuali generazioni di calciatori, relegando il “tremendismo” a un ricordo del passato. Sostenere questa tradizione richiede una sintonia tra squadra e pubblico, un elemento cruciale per affrontare una rivale storica come la Juventus.
Poco prima del derby, si parla di chi potrebbe fare la differenza in campo. Grasso esprime la sua preferenza per Ricci, un calciatore in grado di dare qualità e una visione di gioco che potrebbe tornare utile in partita. D’altro canto, se la situazione si fa più fisica, Maripan entra nel discorso come una risorsa fondamentale. La loro incidenza sul gioco sarà decisiva per affrontare una Juventus sempre temibile. Grasso chiarisce quanto il Torino abbia bisogno di una determinazione collettiva e di uno spirito combattivo da parte di ogni singolo calciatore.
Per Grasso, la vera forza del Torino non risiede solo nei singoli, ma nel sostegno emotivo che i tifosi possono fornire. La sua richiesta è chiara: durante il derby, il pubblico deve esprimere passione e sostegno, superando qualsiasi timore. Riconosce che, a fronte di sfortunate vicende sportive, i tifosi devono essere il dodicesimo uomo in campo. Nel recente passato, ha notato un calo nell’incitamento, che spesso sembra favorire le prestazioni migliori in trasferta piuttosto che in casa. L’urgenza di un tifo unitario diventa quindi un messaggio forte per i sostenitori granata, il cui ruolo si rivela fondamentale nel motivare la squadra.
Infine, Grasso fa eco a una verità che si presenta spesso nel calcio: l’importanza del risultato. Per i tifosi granata, la vittoria, anche se ottenuta con un autogol al novantesimo, varrebbe più di ogni bel gioco. Con un occhio alla sfortuna che ha accompagnato la squadra nelle ultime settimane, il manager desidera leve più robuste per affrontare una Juventus tanto temuta. Il pensiero di Grasso si rivolge a calciatori chiave come Schuurs e Zapata, la cui assenza si fa sentire. La speranza è che il Torino possa finalmente avere la fortuna che merita, affrontando la Juve con ardore e determinazione.