Nintendo Wii ha segnato un’epoca nel mondo dei videogiochi, spingendo i confini dell’interazione con il suo innovativo sistema di controllo basato su sensori di movimento. Questo approccio ha completamente ridefinito come i giocatori si sono approcciati al divertimento videoludico, rendendo l’esperienza più coinvolgente e fisica. Ma, se si guarda più indietro nella storia, si scopre che Sony aveva già sperimentato qualcosa di simile anni prima. Ricordate l’ EyeToy?
Lanciato nel 2003 per PlayStation 2, l’EyeToy è stato una delle periferiche più sorprendenti della console nera, con caratteristiche che di fatto la rendevano pionieristica. La chiave di questo dispositivo era una telecamera in grado di rilevare i movimenti del giocatore, trasformandoli in input di gioco. In sostanza, i giocatori diventavano il controller, in un’interazione tanto semplice quanto innovativa. Questo concept ha anticipato le tecnologie che sarebbero state adottate in seguito con il successo della Nintendo Wii e, a seguire, con il Kinect di Xbox 360. Utilizzando un sistema di controllo mai visto prima, Sony ha tracciato la strada verso un nuovo modo di vivere il gioco.
Dalla sua introduzione, diversi giochi sono stati sviluppati per l’EyeToy. Il primo, EyeToy Play, ha dato il via a una serie di titoli pensati appositamente per sfruttare le potenzialità della periferica. Tuttavia, nonostante il supporto costante di Sony con nuovi titoli, l’EyeToy ha faticato a conquistare il cuore dei giocatori. È stato utilizzato principalmente per giochi di tipo party e musicali, la cui naturale tendenza a somigliarsi ha infine portato a una certa monotonia nell’offerta videoludica.
Sebbene l’EyeToy avesse delle potenzialità indiscutibili, l’ambizione nella qualità del software era limitata e nessuno dei giochi realizzati per la periferica è rimasto nella storia come un capolavoro. Di per sé, nessun titolo era abbastanza forte da giustificare l’acquisto del dispositivo. Questo ha portato a un certo declino dell’interesse nel tempo, e l’EyeToy non è mai riuscita a emergere come prodotto fondamentale per i possessori di PS2. In effetti, anche se compatibile con PlayStation 3, col passare degli anni la periferica è stata sempre più trascurata, e i suoi ultimi giochi sono stati rilasciati nel 2008.
Nonostante questa assenza sul mercato, l’EyeToy ha comunque trovato il suo posto nella storia, raggiungendo vendite di circa 10 milioni e mezzo di unità in cinque anni. Questo non è un numero da poco e dimostra che, pur con i suoi limiti, il prodotto ha saputo attrarre un pubblico, in particolare famiglie e giovanissimi. Il fatto di essere un’aggiunta originale rispetto ai tradizionali controller ha reso l’EyeToy un esperimento coraggioso che, sebbene non abbia avuto il successo sperato, ha comunque lasciato il segno.
Parlando di periferiche, non si può non menzionare anche la PocketStation per PS1, un dispositivo davvero unico che funzionava praticamente come una Super Memory Card. Con la PocketStation, i giocatori potevano salvare i propri progressi in modo innovativo, e oltre a questo, offriva mini giochi che potevano essere giocati in mobilità. Ogni due tecnologie ha segnato un momento speciale nella storia delle console Sony, dimostrando quanto siano importanti le idee innovative nel mondo dei videogames.
Il viaggio dell’EyeToy in fin dei conti è un tributo alla creatività e al coraggio di sperimentare. Se non ha raggiunto i vertici del successo commerciale, ha sicuramente ispirato futuri sviluppi nel settore delle console e dei giochi. Coloro che sono cresciuti con la PlayStation 2 ricorderanno questo dispositivo con ridicolo affetto, e magari anche un pizzico di nostalgia. Anche se oggi la console è a malapena nel pensiero collettivo, il suo contributo alla storia delle retro console e l’ecosistema dei videogiochi rimarrà sempre un pezzo fondamentale della narrativa videoludica.