Gkn, crisi industriale pericolosissima: queste categoria di lavoratori potrebbero perdere il lavoro (ecco cosa sta succedendo)

lavoratori disoccupati

Crisi industriale in corso in Gkn: ecco cosa sta accadendo, i dettagli e le curiosità che preoccupano questa categoria di lavoratori

La situazione attuale degli ex dipendenti della Gkn Driveline di Campi Bisenzio, in provincia di Firenze, è davvero complessa. Dopo anni di vertenze sindacali e una crisi industriale che ha tenuto banco nel paese, notizie recenti hanno scosso ancora di più il già fragile equilibrio del luogo di lavoro. Sotto la lente d’ingrandimento ora c’è la vendita del capannone, avvenuta sette mesi fa, segnata da una scarsa trasparenza. Le ripercussioni per i lavoratori potrebbero essere significative, e questo è ciò che vedremo nei dettagli qui di seguito.

Il 12 marzo scorso, sembra che il capannone della ex Gkn, ora conosciuto come Qf, sia stato venduto. La novità è emersa in un comunicato rilasciato dal collettivo aziendale, che ha espresso preoccupazioni riguardo alla mancanza di comunicazioni da parte della società. Questo capannone, che ha visto gli operai combattere per mantenere viva la loro identità lavorativa, non è più di proprietà di Qf da sette mesi. Questo significa che, secondo quanto riportato, gli attuali dirigenti stanno parlando di un immobile che, di fatto, non è più sotto il loro controllo. In un contesto già teso, questa rivelazione ha infuso un ulteriore senso di incertezza e sfiducia tra i lavoratori.

Il primo a segnalare questa situazione è stato Dario Salvetti, membro della rappresentanza sindacale unitaria. Salvetti ha confermato che la vendita non è stata comunicata ai dipendenti e che attualmente l’impianto è ora nelle mani di società immobiliari, caratterizzate da rapporti nebulosi con l’attuale proprietà. Le aziende coinvolte in questa vendita, Tuscany Industry srl e Sviluppo Immobiliare Toscana srl , portano con sé troppi interrogativi per i lavoratori, già provati da anni di lotte e difficoltà.

Un’assemblea tra speranza e realtà

L’assemblea recentemente convocata dall’11 al 13 ottobre, doveva trattare la chiusura della campagna per un azionariato popolare. Questa iniziativa ha visto i lavoratori impegnati nella raccolta di ben un milione di euro. L’obiettivo? Sostenere un nuovo piano industriale atto alla produzione di pannelli solari e cargo bike elettriche. Percentuali di sottoscrittori, con la promessa di un aiuto economico, riportano una certa speranza nella comunità. Ma questa recente scoperta sulla vendita ha annullato il clima di fiducia e ottimismo costruito attorno all’assemblea.

Salvetti ha anche fatto notare che, secondo le stime, l’intenzione è quella di arrivare a raccogliere fino a due milioni di euro. Questi fondi avrebbero dovuto supportare una ripartenza ed un nuovo inizio, ma la spruzzata di amarezza per la vendita segreta ha gelato i toni festosi. I dipendenti ora si trovano a fronteggiare non solo l’incertezza economica, ma anche la potenziale perdita di opportunità lavorative. Dopo tutti gli sforzi e le speranze investite, le notizie sulla vendita a società di cui si sospetta una connessione con quella attuale, hanno creato un clima di diffidenza palpabile.

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L’eredità di una lotta industriale

La storia della Gkn Driveline affonda le radici in anni passati, quando l’azienda era parte di un ampio conglomerato britannico, Gkn Automotive. Dopo la vendita alla Melrose Industries Plc, il clima è cambiato radicalmente. I licenziamenti in massa hanno scatenato una reazione a catena tra i lavoratori, culminata in un’occupazione della fabbrica iniziata nel luglio del 2021. Questa occupazione è stata in realtà la risposta collettiva a una crisi di identità e di lavoro: i dipendenti, infatti, non sono stati semplici spettatori, ma si sono attivati per rivendicare i propri diritti e salvaguardare il proprio futuro.

Il movimento dei lavoratori ha trovato supporto nei sindacati confederali, uniti in assemblea permanente per fronteggiare la crisi. Ogni giorno è stato un’ulteriore battaglia per la loro dignità e per la salvaguardia del loro posto di lavoro. Se da una parte questi eventi hanno mostrato la forza della comunità, dall’altra hanno anche messo in evidenza le fragilità di un sistema industriale che sembra sempre più distante dai bisogni reali dei lavoratori. Situazioni come quella della Gkn rappresentano un campanello d’allarme per l’industrializzazione italiana, mostrando in che modo le scelte dei vertici possono influenzare le vite di centinaia di famiglie.

In questo contesto complesso e incerto, i prossimi passi della comunità, così come l’attenzione mediatica e pubblica, saranno fondamentali per assicurare un futuro ai lavoratori del sito. La lotta va avanti e non si fermerà fino a quando le risposte e la giustizia non saranno finalmente raggiunte.