L’addio a Matteo Auguadro ha colpito profondamente il mondo della vela, segnando la perdita di un atleta eccezionale e di una figura carismatica. Questo prodiere, noto per il suo talento e dedizione, ha lasciato un’impronta significativa nel panorama nautico, raccontando una storia di passione e successo. La sua recente scomparsa, avvenuta sabato sulle Alpi Lepontine a causa di un incidente, ha scosso la comunità velistica, che ora si stringe attorno alla sua famiglia e ai suoi molteplici amici.
Un prodiere di successo
Matteo Auguadro ha brillato in un mondo dove spesso la notorietà è riservata a chi manovra il timone. Con il suo fisico atletico e un talento innato, è riuscito a farsi notare e rispettare come prodiere, raggiungendo traguardi che pochi avevano saputo conquistare. La sua carriera è stata contraddistinta da una serie di successi che lo hanno portato dai classici TP52 e RC 44 fino ai Maxi. La vetta della sua carriera è arrivata con la vittoria del Mondiale a bordo del 72 piedi Vesper, consacrando il suo nome tra i più illustri sportivi del mare.
Nato a Verbania, nella sponda piemontese del Lago Maggiore, Matteo ha affrontato la sfida di emergere in un contesto dove i velisti dei laghi alpini raramente riescono a guadagnarsi un posto di rilievo come i loro omologhi del Lago di Garda. La sua determinazione, unita a un’incredibile dedizione e passione per il mare, lo hanno reso un punto di riferimento nel mondo della vela. Era noto non solo per la sua bravura in regata, ma anche per la sua disponibilità a condividere la propria esperienza con i più giovani, ispirando generazioni di velisti.
Matteo era un uomo dalle mille passioni, non limitandosi alla vela. I suoi interessi si estendevano al kite surf, alla bicicletta e allo sci alpinismo, attività che amava praticare nelle rare occasioni di pausa. Purtroppo, è stato proprio lo sci alpinismo a portarlo via, ricordando a tutti quanto la vita sia fragile e imprevista.
Un palmarès impressionante
Durante la sua carriera, Matteo Auguadro ha accumulato un palmarès ricco di successi, che ha attirato l’attenzione di esperti e appassionati di vela. La sua carriera ha avuto una svolta significativa nel 2007, quando è salito a bordo di Mascalzone Latino, un’imbarcazione sotto la guida dell’armatore Vincenzo Onorato. L’esperienza, voluta da Flavio Favini, celebre timoniere di Luino, lo ha portato a competere nella Louis Vuitton Cup, vicinissimo a raggiungere le semifinali.
Partecipa a regate di primo livello, Matteo ha conquistato la stima dei compagni di equipaggio e degli avversari, grazie alla sua naturale attitudine a unire le sue capacità tecniche con un atteggiamento amichevole. La sua carriera è decollata nelle classi più competitive, dai TP52 ai Maxi, dove ha collezionato una serie di vittorie di prestigio. La conquista del titolo mondiale con Vesper ha rappresentato il culmine di anni di dedizione e sacrificio nella sua disciplina. Si parlava di lui come del “migliore” nel suo ruolo, una figura che portava valore a ogni squadra.
La sua presenza è un grande vuoto per la vela italiana, non solo per le sue abilità tecniche, ma anche per il suo stile di vita e la sua personalità. La sua vita privata era altrettanto significativa, essendo marito di Rachele, una rispettata giornalista del settore nautico, e padre affettuoso di due figlie. Matteo era conosciuto e apprezzato da tutti per la sua lealtà e il suo spirito di amicizia.
Ricordi e tributi dalla comunità velistica
La notizia della tragica scomparsa di Matteo ha scatenato una reazione di profondo dolore tra i membri della comunità velistica. Vasco Vascotto, suo compagno di avventure in numerose regate, ha evidenziato la bellezza dell’animo di Matteo, sottolineando come fosse un uomo gentile e rispettato; nessuno poteva ricordarlo dire una parola negativa contro qualcun altro. Questa caratteristica lo ha reso un amico prezioso e un compagno di squadra ideale, capace di motivare e ispirare chi gli stava accanto.
Le emozioni espresse da familiari e amici rivelano quanto fosse benvoluto e stimato. Nonostante il suo talento nel mondo della vela, Matteo era tutto fuorché un individuo solitario; la sua vita era fitta di relazioni significative e legami umani. Non solo era un grande sportivo, ma un individuo che sapeva unire le sue passioni e competenze a una forte etica del lavoro, rappresentando un faro di carattere e dedizione.
La sua eredità vivrà attraverso le esperienze di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e lavorare al suo fianco, con la speranza che le future generazioni possano continuare a ispirarsi al suo esempio. Con il suo spirito mai domo e il suo amore per il mare, Matteo Auguadro rimarrà per sempre nella memoria collettiva della vela italiana.