Il Vendée Globe: Un Record in Arrivo e Le Sfide degli Equipaggi

La regata Vendée Globe, una delle competizioni più impegnative del mondo velistico, sta per scrivere un nuovo capitolo. Grazie all’azione dell’anticiclone delle Azzorre, è previsto che il record di navigazione venga superato. Tra protagonisti e outsider, il francese Charles Dalin si trova attualmente in cima alla classifica, mentre l’unico italiano partecipante, Giancarlo Pedote, affronta difficoltà significative.

Charles Dalin e la corsa verso un nuovo record

Nella corsa verso il traguardo, Charles Dalin occupa la prima posizione a meno di 1800 miglia dalla meta di Les Sables d’Olonne. Con un vantaggio stimato di oltre una settimana rispetto al primato stabilito da Armel Le Cleac’h nel 2016-17, ci sono concrete possibilità che il record venga battuto. Per avere un’idea, attualmente il tempo stimato di arrivo è fissato sotto i 70 giorni, mentre il precedente record è di 74 giorni, 3 ore e 35 minuti. Questa situazione pone Dalin in una posizione ottimale, con un margine compreso tra 150 e 180 miglia rispetto al concorrente più vicino, Yoann Richomme.

Ora, però, si avvicina il passaggio cruciale attraverso l’anticiclone delle Azzorre. Questo sistema meteorologico è noto per creare rallentamenti temporanei, e Dalin deve gestire bene la navigazione. Se il suo IMOCA 60, Macif, seguirà una rotta efficace, potrebbe mantenere il vantaggio. Tuttavia, dovrà affrontare un finale di regata che promette di essere impegnativo, con condizioni di mare e vento che possono rivelarsi dure. La gestione della velocità sarà cruciale: se Dalin avrà un buon margine, potrà mantenere una navigazione più conservativa, riducendo il rischio di imprevisti. In caso contrario, il sorpasso di Richomme si fa probabile.

L’impegno di Giancarlo Pedote in gara

Giancarlo Pedote, il solo italiano in competizione, sta affrontando un percorso difficile durante questa seconda partecipazione. Dopo un inizio promettente, non è riuscito a mantenere il ritmo necessario per risalire la classifica e attualmente si trova tra la 18° e la 26° posizione, con un ritardo di 4400 miglia rispetto al leader Dalin. La situazione è diventata complicata dopo il suo passaggio a Capo Horn, avvenuto il 6 gennaio, mentre i primi navigatori erano già vicini all’Equatore.

Nonostante le avversità, Pedote ha mostrato una notevole resilienza. Ha dovuto affrontare sicuri problemi tecnici, come quelli al timone e al foil, seguiti da una rottura del motore, un elemento cruciale per i sistemi di bordo su una barca di questo tipo. Fortunatamente, con 13 ore di intenso lavoro, è riuscito a riparare i diversi intoppi, evitando così di ritirarsi dalla competizione. Attraverso il suo diario, Pedote ha condiviso un messaggio riflessivo, affermando che il Vendée Globe offre l’opportunità di scoprire forze interiori nascoste, sottolineando il legame che ha con la sua barca e l’intenzione di completare la sua avventura.

Il ritiro di Sodebo 3 dalla corsa

Purtroppo, non tutte le avventure nel mare aperto terminano con successo. Il team di Sodebo 3, guidato da Thomas Coville, ha ufficialmente comunicato il ritiro dalla competizione per la conquista del Trofeo Jules Verne, dopo 16 giorni di navigazione. La causa di questa decisione è stata la perdita del timone centrale, un problema che ha reso impossibile continuare a competere in modalità record nel tratto tra le isole Kerguelen e Cape Leeuwin.

Coville ha rassicurato che non ci sono stati feriti tra l’equipaggio, ma la situazione non consentiva di proseguire in sicurezza. Hanno diretto la barca verso l’Australia per procedere alla riparazione, anche se sarà necessario tornare comunque in Francia. Sodebo 3 era in ottima forma e aveva mostrato prestazioni straordinarie, mantenendo un vantaggio significativo sul record stabilito da Idec Sport nel 2017. La situazione di Sodebo 3 evidenzia come il mare, pur regalando esperienze incredibili, possa riservare imprevisti, portando anche a ritiri dolorosi.

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Redazione