Kratos, ecco come si conclude questa avventura a dir poco interessante: i dettagli e le curiosità della vicenda
L’uscita di God of War nel 2005 ha segnato una pietra miliare nel mondo dei videogiochi, regalando ai giocatori un’esperienza indimenticabile su PlayStation 2. Grazie a una trama avvincente, personaggi carismatici e una grafica innovativa, il titolo ha conquistato un vasto pubblico divenendo un vero e proprio cult. Il viaggio di Kratos culmina in un finale straordinario che ha lasciato il segno nell’immaginario collettivo. Esploriamo insieme le fasi finali di quest’avventura epica, il suo significato e l’impatto indiscutibile su tutta la saga.
Nei momenti conclusivi di God of War, l’attenzione si concentra sul duello attesissimo tra il protagonista, Kratos, e il suo acerrimo nemico Ares. Dopo essere riuscito a fuggire dagli oscuri abissi dell’Ade, Kratos si dirige verso il Tempio dell’Oracolo di Atene, dove lo aspetta il Dio della Guerra. Questo incontro segna un punto di non ritorno per il Fantasma di Sparta: armato di vendetta e determinazione, recupera il Vaso di Pandora. Questo oggetto magico gli conferisce poteri straordinari, che gli consentono di confrontarsi ad armi pari con Ares.
Una volta equipaggiato con queste nuove capacità, Kratos non è più un semplice mortale, ma viene elevato al pari di appunto un titano. Questo scontro è pura adrenalina: i giocatori sono catapultati in un combattimento intenso e mozzafiato, denso di colpi spettacolari e strategie astute. Lo scontro finale si rivela non solo una battaglia fisica, ma anche un confronto tra ideali e obiettivi contrastanti. Kratos, con la sua brutalità e il suo carisma inconfondibile, riesce a prevalere, infliggendo il colpo fatale ad Ares con una spada gigantesca. È il coronamento di un’epopea drammatica che ha fatto sognare, soffrire e gioire i fan di tutto il mondo.
Il prezzo della libertà: le scelte di Kratos
Dopo aver finalmente ottenuto la tanto agognata vendetta e liberatosi della schiavitù che Ares lo costringeva a sorbirsi, Kratos spera in una vita nuova, libera dagli incubi del passato. Infatti, nel corso del gioco, il guerriero spartano ha compiuto atrocità inenarrabili sotto il comando del Dio della Guerra, inclusi atti terribili come l’assassinio della propria famiglia. Questo fatto lo tormenta come un’ombra, così da cullare la speranza che la morte del suo nemico possa ridargli un po’ di serenità.
A questo punto, entra in scena Atena, figura centrale tra gli Dei dell’Olimpo. Portatrice di un’informazione devastante, Atena rivela a Kratos che, sebbene gli Dei gli abbiano perdonato le sue azioni, gli incubi che tormentano la sua vita non possono essere sradicati. È un momento crudo e disarmante per Kratos. Non c’è via di scampo, né rinascita: la sua sofferenza sembra destinata a perdurare. In un impeto di disperazione, il protagonista decide di porre fine alla sua vita gettandosi dalla rupe del Monte Olimpo. Tuttavia, le divinità non sono pronte a lasciare andare il loro nuovo campione.
Un nuovo inizio: Kratos come Dio della guerra
Ma gli Dei, nello specifico Atena, hanno piani ben precisi per il nostro protagonista. Dopo il tentativo di suicidio, Kratos viene riportato in superficie. Con il trono di Dio della Guerra ora vacante a seguito della morte di Ares, Atena offre a Kratos un’improbabile opportunità: diventare il nuovo Dio della Guerra. Una proposta che rappresenta una svolta radicale nella storia, quella di Kratos, l’uomo che ha odiato gli Dei, ora diventa uno di loro.
Accettando l’offerta di Atena, Kratos entra in una nuova dimensione della sua esistenza. Nello stesso tempo, si chiude un capitolo fondamentale della sua avventura e con esso, il primo, indimenticabile God of War. La transizione da guerriero vendicativo a divinità complessa apre discussioni sul perdono, sulla redenzione e sulle conseguenze delle scelte passate. Questo finale, avvincente e carico di significato, ha lasciato una traccia indelebile, non solo nella trama di questo primo capitolo, ma destinato a plasmare il percorso di un’intera saga e una figura di Kratos che travalica i confini del videogioco stesso.