Un viaggio straordinario quello del Napoli, che ha saputo rialzarsi dopo un periodo difficile grazie all’affidabile guida di Antonio Conte. Nel calcio moderno, la costruzione di una squadra vincente non si basa solo sull’attacco, ma richiede una solida difesa, un aspetto in cui Conte si è sempre distinto. Con sei mesi di duro lavoro, il Napoli ha trasformato la sua immagine, guadagnandosi riconoscimenti sia in Italia che in Europa come una delle squadre più forti.
La forza della difesa
Il detto popolare, attribuito a John Madden, “l’attacco vende i biglietti, ma è la difesa che fa vincere le partite”, si applica perfettamente alla strategia di Antonio Conte. Da quando ha preso in mano la squadra partenopea, la solidità difensiva è diventata una vera e propria arma vincente. Attualmente, il Napoli vanta il miglior record difensivo in Serie A ed è in testa anche a livello europeo, condividendo il primato con l’Atletico di Madrid di Simeone. Con soli 12 gol subiti in campionato, il Napoli ha dimostrato di saper mantenere la porta inviolata in ben 9 delle 16 partite giocate, attribuendo gran parte di questo merito al lavoro meticoloso di Conte e del suo staff.
Un dato notevole è che la maggior parte dei gol incassati sono stati subiti in sole due partite, evidenziando come, nelle restanti 17 gare, la squadra ha mostrato un’ottima resistenza difensiva. Questo approccio ha dato vita a una squadra capace di soffrire e, al contempo, di vincere, un equilibrio che è da sempre fondamentale nel pensiero calcistico di Conte.
La cultura del sacrificio
Il ritorno del Napoli a un calcio di alto livello è anche frutto del sacrificio condiviso tra i giocatori. La fase difensiva non è solo compito dei difensori, ma coinvolge tutto il team, dagli attaccanti ai centrocampisti. Per raggiungere risultati ottimali, ogni elemento della squadra deve avere ben chiaro che la priorità è il successo collettivo piuttosto che il successo individuale.
Giocatori come Politano, Lukaku, Kvara e Neres dimostrano capacità di rientrare e difendere, contribuendo in modo determinante alla fase difensiva. Per il centrocampo, nomi come McTominay e Lobotka si affermano come i maratoneti del gruppo, percorrendo distanze considerevoli durante le partite. I difensori, da parte loro, hanno trovato una nuova dominanza nelle loro aree, esprimendo efficacemente la loro forza e abilità.
Infine, Meret, portiere del Napoli, ha acquistato un’importanza cruciale in questa fase. Spesso criticato, quest’anno ha saputo ripagare la fiducia con prestazioni decisive e ha accumulato una serie di valutazioni positive, con ben nove gare senza subire gol.
I protagonisti della risalita
Il cambiamento non sarebbe possibile senza i giocatori che hanno abbracciato la visione di Conte. Uno dei volti più rappresentativi di questa rinascita è Amir Rrahmani, tornato ai livelli di eccellenza che lo avevano contraddistinto durante la conquista dello scudetto. Con un approccio ritrovato, ha dimostrato leadership e solidità difensiva, affermandosi come un pilastro in campo.
I progressi di capitan Di Lorenzo hanno colpito particolarmente. La sua ripresa, sotto la guida di Conte, è diventata un simbolo della voglia di rivalsa del Napoli. Essere riuscito a rimanere nella squadra infonde spirito di squadra, e il suo apporto è essenziale per il raggiungimento degli obiettivi stagionali.
La versatilità di Olivera si è rivelata preziosa, con il suo contributo difensivo e offensivo diventato un’importante risorsa per la squadra. La solidità collettiva del Napoli, unita alla mentalità di sacrificio dei suoi attaccanti, sta rivoluzionando il modo di giocare della squadra, riportando i colori azzurri in alto, nel cuore dei tifosi e nei palcoscenici internazionali. Il futuro sembra promettente per il Napoli sotto la guida di Conte.