L’energia eolica si sta affermando come uno dei pilastri fondamentali nella transizione verso un futuro più sostenibile e rispettoso dell’ambiente.
Tuttavia, c’è un problema che emerge all’orizzonte: le pale eoliche e la loro gestione a fine vita. Con una crescita della capacità installata nell’Unione Europea che ha raggiunto i 219 gigawatt, un incremento dell’8% rispetto all’anno precedente, si stanno creando le basi per ridurre la dipendenza da fonti fossili come gas e carbone. Ma quanto è sostenibile realmente questa energia? Un aspetto cruciale è il destino delle pale eoliche, che pone interrogativi significativi sulla sostenibilità complessiva di questo tipo di energia.
Parlando della questione del riciclo delle pale eoliche, è fondamentale sottolineare come queste strutture, nonostante siano in grado di generare energia pulita, presentano una sfida significativa per quanto riguarda il loro smaltimento. Le pale non rilasciano sostanze tossiche durante il loro smaltimento, è vero, ma il problema principale rimane negli spazi che occupano all’interno delle discariche. Già si stima che ad un certo punto, verso il 2050, la quantità di rifiuti associati a queste turbine potrebbe raggiungere 43 milioni di tonnellate nel mondo.
Il fatto che le turbine eoliche stiano diventando sempre più grandi e potenti amplifica questo problema. Molti cittadini, in particolare in luoghi come la Sardegna in Italia, si oppongono all’installazione di nuove turbine a causa dell’occupazione del suolo e della mancanza di piani di smaltimento. La sfida scientifica per sviluppare pale riciclabili è diventata così sempre più urgente. Questo è dovuto anche a caratteristiche particolari dei materiali utilizzati: la resina epossidica, utilizzata per rinforzare le pale, si solidifica rendendo impossibile il recupero dei materiali base al termine della loro vita utile.
In teoria, l’industria eolica riesce a generare meno rifiuti rispetto ad altri settori come quello edilizio ed elettronico. Circa il 90% delle parti che compongono una turbina sono riciclabili. Tuttavia, per le pale eoliche rimane difficile trovare soluzioni efficaci per il loro riutilizzo. Alcuni tentativi creativi di riadattamento delle pale a nuovi scopi, come trasformazioni in panchine o coperture per parcheggi bici, non rappresentano delle soluzioni a lungo termine. Questo scenario ha spinto diverse aziende e ricercatori a esplorare nuove strade per la creazione di materiali alternativi, riciclabili e resistenti.
La sfida del riciclo delle pale eoliche ha portato a innovazioni interessanti, fra cui ricerche condotte presso il Laboratorio nazionale per l’energia rinnovabile degli Stati Uniti. Qui sono stati sviluppati materiali alternativi a base di risorse vegetali, come zuccheri, oli esausti e residui agricoli. Queste sostanze promettono di eguagliare le prestazioni dei materiali tradizionali utilizzati nella costruzione delle pale, offrendo un’ottima opportunità per i produttori di turbine.
La bellezza di questi nuovi materiali sta nella loro compatibilità con le attrezzature e le tecniche esistenti, permettendo agli industriali di non dover rinnovare completamente le loro linee di produzione. Inoltre, il nuovo materiale vegetale presenta un vantaggio notevole: è riciclabile mediante un processo che utilizza il metanolo a temperature elevate, superiori ai 220 gradi Celsius. Questo metodo trasforma il materiale in un liquido elastico, pronto per essere rimodellato in una nuova forma, facilitando ulteriormente la circular economy.
C’è quindi un’inarrestabile ricerca di soluzioni che possano raddrizzare la rotta della sostenibilità nel settore eolico. Queste innovazioni non solo possono contribuire a migliorare l’efficienza energetica e ridurre la quantità di rifiuti, ma possono altresì promuovere un’immagine positiva della transizione energetica agli occhi del pubblico. Con una maggiore attenzione a questi sviluppi, il settore dell’energia eolica riuscirà a superare gli attuali ostacoli e a perseguire modifiche sempre più sostenibili e innovative.