I meteoriti, questi affascinanti frammenti di oggetti celesti che riescono a superare l’attrito atmosferico per raggiungere il suolo terrestre, rappresentano un mistero avvolto nel fascino per molti di noi.
Dal momento in cui si staccano dai loro corpi di origine e iniziano a viaggiare verso la Terra, la loro storia diviene un racconto affascinante che ci lega all’universo. Rispetto a quando gli esseri umani hanno imparato a riportare frammenti dalla Luna o dai pianeti vicini attraverso progetti come Apollo e Chang’e, ossia anche con la missione Osiris-Rex e Hayabusa 2, lo studio dei meteoriti è divenuto un campo di ricerca di grande importanza. Gli scienziati, infatti, sfogliano i risultati di questi studi per cercare di capire non solo le origini dei meteoriti, ma anche la storia e l’evoluzione del nostro sistema solare. Un elemento chiave per queste indagini è il fatto che fino a poco tempo fa ben poco si sapeva al riguardo. Era come se ci fosse un velo che impediva di conoscere appieno la genesi di questi oggetti.
La comprensione di da dove provengono i meteoriti è una questione che si basa su un’approfondita analisi chimica. Infatti, come spiegano i ricercatori del National Centre for Scientific Research , erano conosciute solo le origini del 6% di circa 70 mila meteoriti analizzati. I restanti rimanevano avvolti nel mistero. La sorpresa è che i meteoriti identificati originano per lo più dalla Luna, da Marte e dall’asteroide Vesta. Così, si pone la domanda cruciale: come si fa a rintracciare queste radici? La risposta sta nell’analisi della composizione chimica dei campioni trovati sulla Terra e nel confronto con quelli di corpi celesti distanti. Ma la chimica è solo una parte di un puzzle molto complesso. Gli scienziati scrivono che non esiste una corrispondenza diretta tra i meteoriti e i loro corpi madri, il che rende le analisi ancora più difficili. Per eccellere in questo campo, sono necessarie informazioni aggiuntive, come le dinamiche delle collisioni tra asteroidi, l’analisi delle orbite e l’età dei meteoriti, che può essere dedotta attraverso la loro esposizione a raggi cosmici. Perciò, il processo di identificazione delle origini meteoriche si svela come un compito multidisciplinare, ricco di dettagli tecnici e analitici.
Grazie a queste ricerche meticolose, i scientifici sono riusciti a risalire all’origine della maggior parte dei meteoriti e agli eventi catastrofici che hanno generato la loro formazione. Stando ai nuovi dati, circa tre famiglie di asteroidi della fascia principale sono responsabili della nascita di molti meteoriti: Karin, Koronis e Massalia. Colpiti da eventi imponenti che hanno visto la distruzione di asteroidi di dimensioni maggiori di 30 chilometri, i resti sono quelli che cadono a terra e provengono da asteroidi più piccoli generati in collisioni più recenti. Questo quadro spiega anche l’abbondanza di meteoriti condriti di tipo H e L, la prima a alto contenuto di ferro, mentre la seconda a basso contenuto. Non solo i ricercatori sono stati abili nel tracciare le origini delle condriti, ma soprattutto quelle carbonacee, indicando le famiglie Veritas, Eos e Polana, da cui, secondo gli esperti, derivano anche asteroidi noti come Ryugu e Bennu, recentemente ‘visitati’ dalle missioni giapponesi e statunitensi.
L’aspetto più intrigante di queste ricerche, che hanno la potenzialità di spiegare l’origine di oltre il 90% dei meteoriti che colpiscono la Terra, è proprio la loro sorprendendentemente ristretta provenienza. Infatti, tutto ciò proviene da solo tre famiglie di asteroidi, fissando l’attenzione su qualcosa di molto più vasto. Considerando che le famiglie di asteroidi si formano da corpi che condividono caratteristiche orbitali legate a una nascita comune, i meteoriti che conosciamo sono davvero pochi. Ma, come sottolinea Trevor Ireland della University of Queensland, la verità è nascosta nei dettagli. E sebbene i ricercatori abbiano compiuto un lavoro straordinario, ci sono complessità nei calcoli e nei modelli che possono rimanere elusive, relative all’evoluzione delle collisioni tra gli asteroidi. Lo scienziato Mikael Granvik della University of Helsinki avverte che è necessario approfondire ulteriormente le osservazioni di asteroidi e meteore, sperando che nuovi dati possano anche supportare le teorie esistenti e contribuire alla comprensione della nostra entità nell’universo. La ricerca continua e al tempo stesso si moltiplicano le domande sui misteri celesti che ci circondano.