Questo materiale di fantascienza potrebbe cambiare radicalmente la tua vita: il motivo è davvero incredibile, ecco i dettagli
Negli anni ’50, un gruppo di ingegneri e scienziati ha dato vita a uno dei termini più intriganti nel lessico tecnico: l’unobtainio. È stata l’industria aerospaziale a darne impulso, un’epoca in cui l’umanità stava facendo passi da gigante verso l’esplorazione dello spazio. In quel periodo, la necessità di materiali in grado di sopportare situazioni estreme, come ad esempio il calore elevato durante il rientro atmosferico, era fondamentale. Tuttavia, i materiali adatti a queste condizioni erano spesso solo idee su carta, semplicemente impossibili da avere nella realtà quotidiana.
Questo materiale ideale, spesso solo teorico, simboleggiava la frustrazione di ingegneri in cerca di soluzioni fantastiche e sostenibili, le cui ricerche portavano a risultati deludenti e lontani dalla praticità. Così, è nato il termine “unobtainio“, a rappresentare tutta quella gamma di materiali che, pur sembrando perfetti per le necessità di progettazione, erano irraggiungibili a causa della loro rarità o della loro impossibilità di produzione. Con il passare del tempo, la parola ha cominciato a diffondersi al di fuori dei confini strettamente ingegneristici, abbracciando un significato più ampio che racchiude la mancanza di oggetti desiderabili nel mondo reale.
Da concetto ingegneristico a cultura popolare
Col passare degli anni, l’unobtainio ha guadagnato notorietà anche nell’ambito della cultura popolare, diventando un termine che molti riconoscono anche senza averne un’idea precisa del significato originale. Un esempio eccellente di questa evoluzione è rintracciabile nel film “Avatar” di James Cameron, dove l’unobtainio è presentato come un minerale raro estratto sul pianeta Pandora, essenziale per la sopravvivenza della terra. Questo ha non solo cementato il termine nella cultura popolare, ma ha anche messo in luce l’idea di un materiale prezioso, ma di difficile approvvigionamento.
In questo contesto, l’unobtainio ha raggiunto le orecchie di una vasta audience: grazie a film, serie TV e altre forme di intrattenimento, si è trasformato in un simbolo di desiderio e aspirazione, ma accompagnato da un profondo senso di impotenza e impossibilità. Ma popcorn e proiezioni cinematografiche a parte, la realtà dei materiali impossibili da reperire non si ferma qui. Allo stato attuale, vari materiali considerati “unobtainio” esistono anche nel nostro mondo tecnologico, come i nanotubi di carbonio o le terre rare, che sono ricercatissimi nel settore elettronico, ma per molti aspetti inaccessibili per la loro scarsità.
Il futuro dell’unobtainio: sogni di scienziati e ingegneri
Con la spinta incessante della ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica, c’è sempre la possibilità di far diventare quanti più materiali possibile qualcosa di tangibile. Gli scienziati di oggi stanno cercando di fare il miracolo, aspirando a creare nuovi materiali che possano un giorno essere considerati “ottenibili“. La speranza è che con l’avanzamento delle tecnologie di produzione e i metodi di sintesi avanzati, questa sorta di “unobtainio” possa finalmente essere raggiunto.
Tuttavia, il percorso non è affatto semplice. Le sfide ingegneristiche e scientifiche sono numerose e complesse: la produzione di materiali innovativi implica non solo la loro realizzazione a livello macroscopico, ma anche il rispetto di normative ambientali e di sicurezza. Eppure, la passione degli scienziati e dei ricercatori, uniti dalla volontà di superare gli ostacoli, continua a spingere i confini della materiale conoscenza verso nuove frontiere.
L’unobtainio non è solo un termine tecnico o un concetto fantasioso da racconti di fantascienza. Esprime la continua ricerca umana di ciò che è impossibile o raramente disponibile. Nonostante lo scetticismo e le difficoltà, l’idea di un materiale perfetto, una sorta di sogno venato di realtà, motiva e ispira generazioni di inventori e visionari in tutto il mondo.