L’esperienza di Riccardo Sogliano al Milan è un viaggio che suscita nostalgia e orgoglio. Il calciatore, classe 1942, ha avuto la possibilità di condividere la sua carriera con nomi storici del calcio italiano, come Fabio Cudicini. Importante portiere rossonero, Cudicini ha lasciato un’impronta indelebile non solo per le sue abilità sul campo ma anche per il suo carattere e la sua dedizione. Attraverso i ricordi di Sogliano, ci sono spunti preziosi su un’epoca d’oro del calcio italiano, culminata in successi come la vittoria in Coppa Italia, una semifinale di Coppa Uefa e un secondo posto in campionato.
Un compagno di squadra esemplare
Riccardo Sogliano ricorda Fabio Cudicini come un “fratello maggiore”, una figura di riferimento nello spogliatoio. Anche se la loro esperienza insieme è durata solo una stagione, l’impatto di Cudicini è stato significativo. Quando Sogliano si unì al Milan nel 1971, Cudicini era già un veterano, un leader che sapeva trasmettere la sua passione e professionalità ai compagni. La sua serietà e dedizione al lavoro lo resero un esempio per tutti, tanto che Sogliano lo descrive come “un fenomeno” in porta. Con un carisma innato, Cudicini riusciva a far calare il silenzio nello spogliatoio quando parlava, dimostrando il rispetto guadagnato nel corso degli anni.
Ricordi di un campionato travagliato
La stagione 1971-72 fu ricca di sfide e controversie per il Milan. Nonostante il secondo posto in classifica, dietro la Juventus, ci furono momenti di tensione, come la squalifica di Gianni Rivera che colpì profondamente la squadra. Le polemiche furono all’ordine del giorno e Cudicini, con la sua esperienza, giocò un ruolo chiave nel superare i momenti difficili. La sua presenza nel gruppo servì da cocciuto punto di riferimento, contribuendo a mantenere alto il morale dei compagni, anche quando le cose si facevano complicate. Sogliano ricorda questi periodi come fondamentali per la crescita della squadra, mettendo in evidenza l’importanza di avere un carattere forte come quello di Cudicini.
La Coppa Italia, un trionfo indimenticabile
La vittoria della Coppa Italia nel 1972 rappresenta uno dei momenti più luminosi per Sogliano e il Milan. La finale, disputata all’Olimpico contro il Napoli, è rimasta nella memoria dei tifosi rossoneri per l’autorete di Panzanato e il gol di Rosato. Tuttavia, Sogliano non poté contribuire attivamente a quel successo a causa di un infortunio. Quella partita segna anche l’addio di Cudicini al calcio professionistico, un momento carico di emozione per tutti i compagni. Nonostante le voci che circolavano sul suo ritiro prima della gara, Cudicini mantenne la sua parola e chiuse la sua carriera con dignità , guadagnandosi il rispetto di colleghi, avversari e tifosi.
Un cammino nella Coppa Uefa
Il Milan di Sogliano ebbe un altro importante traguardo durante la Coppa Uefa. La squadra raggiunse la semifinale, dove si confrontò con il temibile Tottenham. Le partite furono combattute, con una sconfitta di misura all’andata in Inghilterra e un pareggio a San Siro al ritorno. Sogliano ricorda il carattere combattivo della squadra, sostenuto dal comando del mister Rocco, che richiedeva massima determinazione da parte dei giocatori. In quel periodo, Cudicini fu un baluardo in difesa, la cui presenza ispirava fiducia. L’atteggiamento del Milan, sempre pronto a lottare, rappresentava l’essenza di una squadra con grande temperamento e unità .
Le esperienze di Sogliano e Cudicini sono testimonianze preziose di un calcio che ha segnato una generazione e continua a vivere nei cuori dei tifosi.